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MERCOLEDI' 3 MAGGIO: QUINDICIFILMDELLANOUVELLEVAGUE
da www.bitonto.net
Continua la rassegna di film sulla Nouvelle Vague, nata da una idea del professor Michele Coletto e voluta dalla cooperativa sociale Rosa Blu, per il nostro Teatro Traetta.
Stasera proiezione della pellicola Mon oncle d'amerique di Resnais.
Dalle pagine web di www.cineporto.com si legge "Nel film s'intrecciano le vicende di tre protagonisti. Jean Le Gall (50 anni) proviene da una famiglia borghese, e' sposato, ha due figli, e' dirigente alla televisione francese di Stato, ha ambizioni saggistiche (una ricerca sul mito del sole), viene estromesso dall'ufficio, convive qualche tempo con Janine, e' afflitto da coliche renali. Janine Garnier (trentenne) viene da una famiglia operaia e comunista, fugge di casa per fare l'attrice, poi passa a fare la stilista in una fabbrica tessile, il che la mette in contatto con Rene', lotta per il lavoro e per salvare il proprio legame con Jean. Rene' Ragueneau (40 anni) cattolico praticante come la famiglia di contadini da cui proviene, sposato, due figli anche lui, lascia i campi e diviene dirigente in un'industria tessile. Tenace, metodico, conservatore, viene soppiantato da un giovane ambizioso e aperto alle nuove tecnologie. Irritato, deluso, scivolando sempre piu' in basso nella scala produttiva, afflitto da ulcera, Rene' tenta il suicidio. Per quanto si agitino e si sforzino di capire, i tre non riescono a darsi conto dei propri comportamenti: sono infatti dei personaggi-cavie. A spiegarcelo interviene frequentemente in voce fuori campo o in immagine lo stesso Henri Laborit, alle cui idee si e' rifatto Resnais per il suo film. Laborit, medico-chirurgo e poi ricercatore biologo con presunzioni di filosofo, spiega i comportamenti umani press'a poco cosi': non diversamente dagli animali, l'uomo e' determinato dalla struttura biologica e ambientale e dagli apprendimenti dei primi tre anni: o si domina o si e' dominati; uniche reazioni vitali la lotta o la fuga; nell'impossibilita' si ricorre all'inibizione, che crea il blocco-angoscia, da cui derivano ulcera, cancro, follia, morte. Tutto cio' e' reso filmicamente, oltre che dalle situazioni, dal continuo riferimento ai comportamenti dei topi e da frequenti inserti dei film piu' familiari ai protagonisti."
Henry Labort nei suoi appuni sul film aggiunge "La sola ragione di esistere di un essere č la sua esistenza; cioč di mantenere la sua struttura. E quindi di mantenersi in vita. Senza di che non ci sarebbe l'essere. "

inizio: ore 20,30
Teatro Comunale Traetta
largo teatro, 17



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   Gianfranco Cannito